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Chirurgia rifrattiva
Più preciso e veloce, il laser a femtosecondi è secondo gli esperti l’intervento d’elezione a due anni dalla sua introduzione in chirurgia. Minori le complicazioni e i tempi di recupero, può correggere contemporaneamente anche l’astigmatismo preesistente
Non ha ancora del tutto sostituito la tecnica chirurgica che lo ha preceduto, ma il laser a femtosecondi è già stato dichiarato il nuovo intervento d’elezione per curare la cataratta. A due anni dalla sua approvazione, da parte degli enti regolatori americano ed europeo, sono oltre 600 i laser installati in tutto il mondo. Una dozzina in Italia dal 2011, anno in cui si inaugurò anche nel nostro Paese la rivoluzione laser per rendere l’operazione chirurgica più rapida e sicura. Quali sono i vantaggi? Ne parliamo con Lucio Buratto, direttore del Centro Ambrosiano Oftalmico di Milano e “papà” del laser a femtosecondi in Europa occidentale, durante l’annuale Congresso Internazionale della Chirurgia della Cataratta e Rifrattiva tenutasi recentemente a Milano.
ROMPERE IL CRISTALLINO- L’unica cura risolutiva per la cataratta è l’intervento chirurgico per sostituire il cristallino, la lente che mette a fuoco le immagini sulla retina dell’occhio: con l’invecchiamento si opacizza progressivamente, offuscando la vista del 60 per cento degli ultrasettantenni. Se «fino al 1970-80 – spiega Buratto – l’intervento consisteva semplicemente nell’estrarre il cristallino opacizzato, far guarire l’occhio e infine prescrivere lenti molto spesse che compensavano il difetto visivo lasciato dall’operazione», nell’ultimo ventennio i cristallini artificiali hanno permesso di restituire la vista a milioni di persone. Il passaggio chiave è la frammentazione del cristallino, per la rimozione: è eseguito manualmente dal chirurgo con una sonda a ultrasuoni, durante l’intervento standard chiamato facoemulsificazione, ma oggi si può fare anche con la precisione millimetrica del laser.
ADDIO ALLE LAME- «E’ una chirurgia senza lame quella del laser a femtosecondi – precisa Buratto – che ci permette di ridurre al minimo la manipolazione meccanica all’interno dell’occhio». Diminuisce così il rischio di complicanze, come le infezioni, e il tessuto oculare risente meno del trauma. Rispetto all’intervento tradizionale «i cui risultati erano comunque ottimi», la strumentazione sofisticata del laser consente una precisione senza confronto: il bisturi a luce incide la cornea in soli 45 secondi, con oltre un milione di impulsi laser di circa 2-3 millesimi di millimetro. «Questo garantisce una guarigione più rapida e riduce il problema del possibile astigmatismo corneale indotto dall’operazione». E se il paziente è astigmatico già prima dell’intervento può chiedere di correggere il difetto visivo insieme alla cataratta.
MAGGIORE DIFFUSIONE- Anche se quello con il laser ha finora dimostrato grandi vantaggi, non è ancora diventato un intervento di routine. Oggi la chirurgia con femtolaser affianca – ma non sostituisce – la frammentazione del cristallino con ultrasuoni. Un problema di costi della strumentazione laser, più elevati della chirurgia standard, che ne limita ancora l’accessibilità sul territorio per i pazienti. La rivoluzione laser, però, ha già raggiunto un’adesione e numeri significativi: sono 250 mila gli interventi di cataratta eseguiti con questa tecnica solo quest’anno.
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